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Precauzioni nell’impiego di Infliximab nei pazienti con malattia di Crohn


E’ stata valutata la sicurezza a breve e a lungo termine dell’Infliximab ( Remicade ) nei pazienti con malattia di Crohn.

Lo studio è stato effettuato analizzando le cartelle cliniche di 500 pazienti consecutivi trattati con Infliximab presso la Mayo Clinic.

Ai pazienti sono state somministrate, mediamente, 3 infusioni e il monitoraggio è avvenuto per un periodo medio di 17 mesi.

L’8.6% dei pazienti ha presentato gravi reazioni negative, delle quali il 6% ( 30 ) era attribuibile all’Infliximab.
Reazioni acute all’infusione si sono verificate nel 3.8% dei pazienti.

Reazioni d’ipersensibilità si sono avute nel 3.8% dei casi e nel 2.8% dei casi sono state attribuite all’Infliximab.

Tre pazienti hanno sviluppato lupus indotto dal farmaco ; in un paziente è insorto un nuovo disturbo di demielinizzazione.

Un totale di 48 pazienti ha contratto infezione, l’8.2% dei quali dovuti all’infusione del farmaco.
Venti pazienti ha sviluppato infezioni gravi ( sepsi fatale, polmonite, infezioni virali, ascessi addominali che hanno richiesto intervento chirurgico, cellulite dell’arto, istoplasmosi ).
L’incidenza di tumori è stata dell’1,8%, alcuni potrebbero essere stati causati dall’Infliximab.

Si sono verificati 10 decessi. Cinque di questi erano probabilmente associati al trattamento farmacologico.

La terapia con Infliximab è generalmente ben tollerata , ma possono presentarsi , anche se non frequentemente , eventi rari ma gravi, come reazioni d’ipersensibilità , infezioni opportunistiche e sepsi , e disordini autoimmuni. ( Xagena2004 )

Colombel JF et al, Gastroenterology 2004;126: 19


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